Osteopatia e Stress

“È un periodo stressante”, “Sono stressata/o”, “Che stress!”

Quante volte ti è capitato di dire o sentire queste frasi?

Ma sai che lo stress non è sempre negativo?

Lo stress è la risposta funzionale con cui l’organismo reagisce a uno stimolo di qualsiasi natura. In questo caso si parla di eustress o stress buono. Indispensabile per la vita, si manifesta come stimolazioni ambientali costruttive: la fonte di stress viene percepita come sfida.

Ma cosa succede quando lo stimolo si protrae nel tempo?

Se la situazione di stress si protrae senza una fase successiva di rilassamento, si avrà una serie di ricadute dannose per l’organismo. Si parla allora di distress o stress cattivo. Il distress provoca delle risposte non fisiologiche dell’organismo, in questo caso la fonte di stress prolungata viene percepita come minaccia.

In questa situazione il corpo tenta di contrastare gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato producendo risposte ormonali specifiche. Se gli stimoli continuano possiamo incorrere in effetti sfavorevoli permanenti, a carico della struttura psichica e/o somatica, dovuti al mancato recupero fisiologico.

Selye nel 1974 diceva “La completa libertà dallo stress è la morte. Contrariamente a quanto si pensa di solito, non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace e trarne vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi, e adattando la nostra filosofia dell’esistenza a esso“.

Fu proprio lui a definire la sindrome generale di adattamento. In questa teoria si identificano 3 fasi:

  • Fase 1 – Allarme: L’ipotalamo riceve il segnale dalla corteccia cerebrale che una data situazione è impegnativa o minacciosa. Il sistema nervoso simpatico reagisce aumentando lo stato d’allerta dell’organismo attraverso modificazioni degli organi di senso, del battito cardiaco, del sistema respiratorio e digestivo, della tensione muscolare. Per mantenere lo stato d’allerta il sistema nervoso simpatico stimola la produzione di adrenalina che per un breve periodo fornisce energia aggiuntiva sotto forma di glucosio. In contemporanea l’ipotalamo attiva l’ipofisi a produrre cortisolo (che aiuta a sedare il dolore e a contrastare l’invasione di sostanze estranee) e gli ormoni surrenali (che influenzano l’equilibrio dei sali minerali e in particolare la trasformazione del cibo in energia).
  • Fase 2 – Resistenza: È la fase più lunga, in cui l’individuo oppone tutta la propria forza all’emergere delle sensazioni negative. Se non si è riusciti ad eliminare le fonti di stress, il sistema endocrino fornisce maggiori quantità di minerali ed ormoni per mantenere lo sforzo.
  • Fase 3 – Esaurimento: Rappresenta il fallimento dei meccanismi difensivi per resistere allo stress. In questa fase l’organismo perde la capacità di autoregolazione mantenendo una risposta inadeguata che predispone allo sviluppo di malattie, anche croniche, sia fisiche che psichiche.

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